lunedì 27 febbraio 2012

0 Credito imprese e famiglie: in calo domanda, fiducia e finanziamenti


La crisi economica continua a farsi sentire e la domanda diaccesso al credito da parte delle imprese è ancora in calo, ma il dato 2011 è comunque migliore rispetto a quello dell’anno precedente. Lo rivela il barometro CRIFsull’accesso al credito delle imprese italiane, secondo cui nel 2011 le richieste di finanziamenti hanno segnato una flessione del -1%, un dato quindi che vede ancora il segno meno ma che è in miglioramento rispetto al -5% del 2010.
Si è invece abbassato, rispetto al 2010, l’importo medio dei finanziamenti richiesti, pari a 38mila euro, a fronte dei quasi 45mila del 2010 e dei 45mila e 500 Euro del 2009.

Fiducia delle imprese

In generale, si tratta di una dinamica che incamera uno scenario di crisi economica. Del resto, gli ultimi dati dell‘Istat confermano che la fiducia delle imprese è molto bassa: l’indice di gennaio delle imprese manifatturiere è sceso a 92,1m dal 92,5 di dicembre, ed è ai minimi dal novembre del 2009. Per non parlare dell’indice di fiducia delle imprese nelcommercio al dettaglio, sceso a gennaio a quota 78,4 dal precdente 81,7, con il valore più basso dal 2003 (ovvero da quando l’Istat calcola questo indice).

Richieste di credito

Tornando al Barometro CRIF, si sottolinea che l’andamento delle richieste di creditorappresenta un indicatore importante per tastare il polso alle imprese: i dati non si riferiscono al credito erogato, ma alla dimensione della domanda. Che di fatto dal gennaio 2009 continua a scendere, con punte negative raggiunte nel 2010.
Il fatto che la domanda sia debole non significa che le imprese non abbiano bisogno di finanziamenti, ma piuttosto sembra fotografare un atteggiamento nei confronti della crisi che le spinge a rinviare il più possibile spese e investimenti a momenti maggiormente propizi (e forse una consapevoleza di sempre maggior difficoltà nell’accesso al credito, soprattutto da parte delle Pmi). Negli anni pre-crisi il numero di richieste di credito saliva sensibilmente: +12% nel 2009 e +8% nel 2008.
Interessante notare come ci sia stata un’inversione di tendenza nell’ultimo mese dell’anno, il dicembre 2011, con la domanda di credito che è salita da parte di tutte le imprese, ma in particolare delle ditte individuali, che hanno superato le richieste delle altre tipologie aziendali (come le società di capitale), cosa che non avveniva dall’aprile del 2010.
Passando poi all’analisi del tipo di richieste, la maggior parte delle imprese ha chiesto credito per somme inferiori ai 5mila euro (il 43,12%, per l’esattezza, che si confronta con il 41,95% del 2010). Seguono i prestiti da 20 a 50mila euro (18,6%), quindi quelli da 10 a 20mila euro, 16,56%, poi le richieste superiori ai 50mila euro, 12,69%, e infine i prestiti fra i 5mila e i 10mila euro, 9,02%.
L’incidenza dei prestiti sopra i 5mila euro è sostanzialmente stabile nelle imprese individuali (il peso intorno al 48% del totale) mentre è cresciuta nelle altre imprese (che contano per il 39%).

Vedi anche il post:

venerdì 24 febbraio 2012

0 Pratiche rimborso PENALI recesso anticipato!!!!!

0 Conti correnti DORMIENTI................

Il D.P.R. n. 116/07 ha specificato i criteri per individuare, nell’ambito del sistema finanziario, i conti definibili come dormienti. Rientrano in tale categoria i rapporti contrattuali (depositi di somme di denaro; depositi di strumenti finanziari) in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di loro libera disponibilità.
Ne ha parlato più volte Striscia la notizia dei cd. conti dormienti.
In base al regolamento d’attuazione dell’art. 1, comma 345, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in materia di depositi e conti cosiddetti dormienti, fu istituito il fondo delle vittime delle frodi finanziarie istituito che ha il compito di risarcire i risparmiatori vittime di frodi finanziarie (Cirio, Parmalat, Argentina, etc.) e con la legge 16/08 furono inclusi anche i risarcimenti per gli obbligazionisti dell’Alitalia.
Ma questo fondo, che tra conti dormienti e polizze dormienti ha raccolto alcune centinaia di milioni di euro, ad oggi non risulta aver pagato nemmeno un euro ai risparmiatori vittime dei predetti disastri.
Le Banche e gli altri Intermediari hanno  identificato tali rapporti e comunicato i relativi dati al ministero dell’Economia e Finanze.
Ora, la qualificazione come “dormiente” di un conto non pregiudica il diritto alla restituzione del titolare che può richiedere la restituzione delle relative somme o alla Banca o all’Intermediario presso cui risulta tale rapporto, o direttamente al Ministero, entro il normale termine prescrizionale, nel caso i relativi importi siano già stati trasferiti dalla Banca o dall’Intermediario.
Ma sembrerebbe che, in effetti, tale somme non siano poi di così facile restituzione.
Non è ufficiale, ma pare che il Ministero dell’Economia e delle Finanze stia per emanare le istruzioni per consentire ai titolari dei “conti dormienti” di rientrare in possesso delle somme che sono state acquisite dallo Stato.
A tutt’oggi vi sono migliaia di contribuenti che si sono accorti in ritardo di essere titolari di depositi, conti correnti,  e via dicendo, non movimentati da oltre 10 anni e con un saldo superiore a 100 euro. Il contenuto di questi conti è stato riversato dagli istituti di credito nel Fondo sopradescritto e destinato a finanziare i più svariati capitoli di spesa dello Stato, alla stregua di un vero e proprio tesoretto.
I possessori di questi conti che vogliono tornare in possesso del proprio denaro, devono presentare un’istanza al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Via XX Settembre, 97 – 00187 Roma, specificando, sul fronte della busta, che si tratta di una “ISTANZA DI RIMBORSO SU CONTI CONSIDERATI DORMIENTI”.
Non vi è certezza in merito ai tempi di risposta del Ministero ma, almeno, in tal modo si interrompe il termine prescrizionale decennale.
Alcune decine di milioni di euro sono stati acquisiti dal Ministero dell’Economia sui conti e sulle polizze dormienti. Ricordiamo che la prescrizione prevista dalla legge è di 2 anni per le polizze vita e di 10 anni per i conti dormienti. Due tutele notevolmente diverse.
Sulla base di ciò, amolti consumatori si sono rivolti alle associazioni (Adiconsum, Adoc, Altro Consumo, Lega Consumatori) perché le Poste si sono rifiutate di liquidare delle Polizze Vita pur essendo gli stessi eredi beneficiari di persone nel frattempo defunte.
La motivazione della non liquidazione starebbe nel fatto che gli eredi avrebbero avanzato la relativa richiesta oltre i due anni di prescrizione.
Ma nel contratto di Poste Vita si precisa, in merito alla prescrizione: “Tuttavia Poste Vita S.p.A. rinuncia a tale diritto (prescrizione di due anni) e corrisponde il capitale in caso di morte, purché la richiesta sia inoltrata entro il termine di 10 anni” (termine della prescrizione ordinaria di cui all’art 2946 del Codice Civile che stabilisce 10 anni di prescrizione per i casi di eredità).”.
Nonostante i correntisti abbiano denunciati di aver richiesto la liquidazione direttamente agli sportelli postali, sarebbe stato loro consigliato di attendere la scadenza naturale, per guadagnarci di più.
Nei confronti di Poste Vita e Ina, quindi, esistono i presupposti perché le famiglie possano recuperare gli importi delle polizze dormienti trasferiti al Ministero dell’Economia.
Gli interessati possono, dunque, farsi tutelare da AECI associazioni dei consumatori.

martedì 21 febbraio 2012

0 Banche dati CRIF, EXPERIAN e CTC, come fare? basta chiedere e ti spiegheremo!

venerdì 17 febbraio 2012

0 La Tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti dei cellulari è illegittima

La Tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti dei cellulari è illegittima e per questo motivo i Comuni italiani stanno vincendo a mani basse tutti i ricorsi presso le Commissioni tributarie. 
La settimana scorsa, ad esempio, la Commissione tributaria provinciale di Grosseto ha accolto le richieste di Castell'Azzara tramite l'Anci Toscana. Come prevede il nuovo Codice delle telecomunicazioni (Dlgs 259/2003), la tassa di concessione governativa per la telefonia mobile (disciplinata dall'art. 21 della tariffa allegata al Dpr 641/1972) non è più dovuta. Ecco quindi per il piccolo comune del grossetano circa 2500 euro, considerati i 154,92 euro annui per ogni cellulare comunale e la prescrizione per le mensilità più vecchie.
In Toscana sono già 45 i Comuni che hanno avviato le pratiche per la restituzione di qualche centinaio di migliaia di euro. Il problema però oggi è rappresentato dagli utenti comuni, che spesso non sanno di aver diritto a rimborso. Eppure la procedura è semplice!!!!
In ogni caso è bene sapere che si ha diritto al rimborso, ma smettere di pagare la tassa è considerata ancora una violazione. 
E poi detta tutta si tratta pur sempre di una partita di giro: il portafoglio da dove sfilare le banconote è sempre lo stesso.




martedì 7 febbraio 2012

4 NINFEA ITALIA: DIVANI ACQUISTATI E MAI CONSEGNATI

L’acquisto spesso è avvenuto presso spazi espositivi riservati alla NINFEA ITALIA in molti Centri Commerciali in tutta Italia spinti, oltre che dal prodotto, anche dalla capacità persuasiva del personale di vendita. 
Per sapere cosa fare, segui i consigli della nostra Associazione di Consumatori.

associazione di consumatoriDa qualche mese alcuni consumatori lamentano di aver acquistato divani o poltrone dalla NINFEA ITALIA Srl, ma di non aver mai ricevuto la merce regolarmente pagata, magari anche con finanziamento. 


Molti consumatori, però, a distanza di molti mesi dall’acquisto – dopo aver versato acconti e iniziato a pagare le rate del finanziamento – non hanno ancora ricevuto la merce.

Ci auguriamo che non si ripeta un altro caso Aiazzone, in cui centinaia e centinaia di consumatori hanno pagato senza mai vedere i mobili acquistati. Fortunatamente, grazie anche ai nostri sforzi ed energie, molte sono state le persone alle quali A.E.C.I. ha fatto consegnare i mobili o rimborsare le rate versate alla Finanziaria (a questo link maggiori dettagli  http://www.euroconsumatori.eu/leggi_comunicato.php?id=81).

Prima di acquistare prodotti presso la Ninfea Italia Srl, chiedete maggiori dettagli e chiarimenti su merce e tempistica di consegna.
 
Avete anche voi acquistato merce con la NINFEA ITALIA e non avete ricevuto il vostro divano?
- Inviate una raccomandata a/r alla sede NINFEA ITALIA dove l’acquisto è stato effettuato e, se avete sottoscritto un contratto di finanziamento, anche alla Finanziaria;
 

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