giovedì 27 settembre 2012

0 Annullamento Cartelle Equitalia: accordo su Ddl in Senato


 


Arriva l’intesa sul Ddl per la nullità delle cartelle esattoriali mancanti delle informazioni fondamentali, ovvero il disegno di legge per l’autotutela del contribuente in relazione alle cosiddette “cartelle pazze” di Equitalia: si tratta del disegno di legge n. 1551 “Disposizioni per l’annullamento obbligatorio in autotutela delle cartelle esattoriali prescritte”.
L’annullamento avverrà nei casi in cui la cartella esattoriale risulti «mancante dei requisiti essenziali ove non ci sia risposta dall’Ente impositore entro 220 giorni».
  • Cartelle esattoriali: i requisiti per fare ricorso
  • Cassazione: nulle le cartelle notificate via posta
Il contribuente dovrà attivare la procedura di annullamento della cartella inviando una  dichiarazione al concessionario della riscossione entro 90 giorni dalla notifica della cartella, che a sua volta dovrà dare comunicazione all’Ente creditore entro 10 giorni.
A questo punto l’ente creditore, ovvero l’Amministrazione centrale o locale, dovrà rispondere nei successivi 60 giorni e la risposta dovrà pervenire comunque al contribuente entro un massimo di 220 giorni.
L’annullamento di diritto” delle cartelle avverrà  “in caso di mancato invio e trascorso inutilmente il termine di 220 giorni dalla dichiarazione iniziale”.
Al fine di scoraggiare i contribuenti meno onesti, che potrebbero pensare di approfittare in modo improprio di questa opportunità, il Ddl prevede una mega-sanzione dal 100 al 200% per chi presenta documentazione falsa, oltre alla responsabilità penale ove previsto.

Info presso: verona1@euroconsumatori.eu


martedì 25 settembre 2012

0 Equitalia: un Ddl per la nullità delle cartelle esattoriali

 



Governo pronto a varare un provvedimento per l'annullamento delle cartelle esattoriali di Equitalia mancanti delle informazioni necessarie: i dettagli.

 

In arrivo in Commissione Finanze al Senato un provvedimento riguardante le “cartelle pazze” di Equitalia, volto a renderenulle le cartelle esattoriali mancanti di informazioni importanti.  Si tratta di un disegno di legge per l’autotutela del contribuente volto a regolamentare i casi in cui la cartella esattoriale risulti «mancante dei requisiti essenziali ove non ci sia risposta dall’Ente impositore entro 220 giorni».
Ad oggi i casi sono molteplici e controversi, ed a fare luce sono soltanto specifiche sentenze della Cassazione, che indicano casi di nullità e requisiti per fare ricorso. Per saperne di più leggi gli articoli:
  • Cartelle esattoriali: i requisiti per fare ricorso
  • Cassazione: nulle le cartelle notificate via posta
Nei casi previsti dal decreto, la cartella esattoriale sarebbe da considerare nulla e il contribuente, oltre a non pagare il contributo richiesto, potrà attivare una procedura amministrativa per l’annullamento della cartella esattoriale.
Per i dettagli sui requisiti di validità della cartella, che verranno specificati in un elenco in sette punti, si attende dunque la formulazione dell’Esecutivo, mentre è quasi certa una sanzione significativa nel caso in cui la richiesta di annullamento sia basata su documenti non rispondenti al vero o, addirittura, falsi.
Per approfondimenti, vai alla normativa sulle cartelle esattoriali
Secondo il relatore del nuovo provvedimento, Salvatore Sciascia (Pdl), il nuovo Ddl potrebbe essere approvato all’unanimità e, per accelerare l’iter, le norme approvate in Commissione potrebbero essere parte di un più ampio provvedimento del Governo il quale, secondo il sottosegretario alle Finanze, Vieri Ceriani, il sarebbe favorevole, anche se alcune riformulazioni potrebbero variare il testo del provvedimento.

 


lunedì 10 settembre 2012

0 NUOVA SEDE PER AECI VERONA 1

 


AECI VERONA 1 E' LIETA DI PRESENTARE LA NUOVA SEDE DELLO SPORTELLO PROVINCIALE

SCARICA QUI DI SEGUITO LA LOCANDINA CON TUTTE INFO E DETTAGLI....





sabato 1 settembre 2012

0 Nuovo Isee: cosa cambia?


 Fisco, reddito medio italiani a 19.250 euro (+1,2%)

Nuovo Isee: cosa cambia?

L'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è uno strumento creato nel 2002 per calcolare lasituazione economica di un individuo o di un nucleo familiare, prendendo in considerazione reddito, patrimonio e caratteristiche della famiglia. Il valore indicato dall'ISEE permette di inserire i cittadini in diverse fasce di reddito in modo da poter accedere o meno a determinati servizi, esenzioni e agevolazioni statali o locali. Vista l'importanza che ricopre per la vita delle persone è quindi fondamentale stabilire dei criteri equi ed efficaci per poterlo calcolare. Criteri che il governo Monti sta per modificare. Vediamo cosa cambierà, verosimilmente a partire dal prossimo anno.
Innanzitutto entrerà in gioco, come accaduto per l'IMU, larivalutazione del valore degli immobili, quindi l'abitazione principale andrà a incidere per un 60% in più rispetto ad ora. Inoltre, secondo quanto previsto dalle prime bozze del provvedimento, verrebbe eliminata anche l'esenzione che copre attualmente quelle fino a 51mila euro di rendita catastale, a fronte però del fatto che questa stessa rendita sarà conteggiata solo al 75%.

Un'altra importante modifica, che ha molto fatto discutere, riguarda il fatto che entreranno nel conteggio dell'ISEE anche i sussidi (come per esempio l'indennità di accompagnamento per gli invalidi) e tutti i redditi esenti e quelli soggetti a tassazione sostitutiva, che oggi non vengono considerati, come quelli derivanti da affitti, premi di produttività e bonus. A controbilanciare questa misura, verrebbero però introdotti una franchigia del 20% sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, la sottrazione dalla quota del reddito di assegni per l'ex coniuge e per i figli e la possibilità di deduzione di specifiche spese sostenute per via di una disabilità, che verrà classificata come "media", "grave" o "non autosufficienza".

Altri cambiamenti riguardano il calcolo delle rendite finanziarie. Per i conti correnti non si dovrà più indicare il saldo al 31 dicembre, ma sarà presa in considerazione la situazione di un giorno scelto a caso negli ultimi tre mesi dell'anno (per aggirare provvidenziali "svuotamenti" dei conti stessi in prossimità della data di controllo). Cambieranno anche le metodologie per calcolare le altre rendite finanziarie e i patrimoni all'esteroai fini della definizione del valore ISEE.
Infine, verrà modificata la modalità stessa della compilazione della dichiarazione, che non verrà più redatta dal cittadino, ma saranno INPS e Agenzia delle Entrate a certificare i dati reddituali e patrimoniali già in loro possesso e il contribuente dovrà solo presentare le eventuali spese da sottrarre o correggere gli errori che dovesse riscontrare. 

Il rischio paventato da molti è che con questi nuovi criteri molti italiani appariranno in qualche modo "più ricchi" e quindi diminuirà la loro possibilità di accedere ai servizi e alle agevolazioni alle quali hanno fino ad ora avuto diritto. Il problema riguarda soprattutto coloro che si collocano ai margini della propria fascia di reddito e che quindi rischiano di passare a quella superiore. Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Ministero del Lavoro, ha quindi precisato che "la platea dei beneficiari potrà cambiare al suo interno, ma non per la dimensione complessiva". L'obiettivo dichiarato è quindi quello di una più attenta ed equa distribuzione dei servizi dello stato sociale, senza diminuirne ulteriormente l'entità.

I nuovi criteri dovrebbero poi, nelle intenzioni, fornire una fotografia più precisa della situazione economica degli italiani e cercare di evitare quei casi che potremmo definire di "falsi poveri". Per fare il tipico esempio di manipolazione eticamente non proprio edificante, con il quale molti giovani genitori possono aver avuto modo di scontrarsi: una donna non sposata, impiegata part-time e con due figli che convive stabilmente con un uomo che però risulta residente in un'altra città, ai fini ISEE può, con le regole attuali, dichiarare solo il proprio reddito (e non quello del compagno) con la quasi certezza di poter accedere a tutta una serie di risorse (come ad esempio la possibilità di mandare i suddetti figli a un asilo nido pubblico al costo minimo) a prescindere dal contributo che porta il convivente al reddito familiare (che può essere anche molto alto), di fatto "rubando" il servizio ad altre famiglie, magari più bisognose ma anche più oneste.
Non resta che vedere quali di queste misure annunciate verranno effettivamente varate e quali saranno le loro reali conseguenze.
 

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