La crisi economica ha impoverito le famiglie e il reddito è scivolato ai livelli di dieci anni fa. Da un lato, la crisi ha fatto decurtare i risparmi del 26,4%, dall’altro la spesa per i consumi finali è salita del 4% (al lordo dell’inflazione). È questa la fotografia scattata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che rileva una situazione sempre più difficile per i piccoli commercianti e per gli artigiani.
In particolare, secondo l’ufficio studi, tra il 2008 e il 2011, la spesa delle famiglie si è attestata sui 962,6 miliardi di euro, crescendo del 4%. Per contro, i risparmi hanno subito una caduta verticale del 26,4%, scendendo a quota 93,5 miliardi, mentre il reddito disponibile è rimasto pressoché uguale (+0,3%).
Male anche l’andamento del potere d’acquisto «che in questo quadriennio è sceso del 3,7%. L’inflazione, sempre tra il 2008 e il 2011, ha fatto segnare un +5,2%». Tra il 2001 e il 2011, invece, c’è stato un aumento della spesa del 30,4%, una contrazione del risparmio del 16,5%, un incremento del reddito del 24,2% e un’inflazione del 24%, mentre il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5%. La disponibilità economica delle famiglie, quindi, «è tornata ai livelli di 10 anni fa».
A subire maggiormente i contraccolpi della crisi sono state le famiglie numerose con minori a carico, quelle monoreddito e quelle che purtroppo hanno subito la perdita del posto di lavoro di almeno un componente. Se le famiglie continueranno a spendere con il contagocce, concludono gli artigiani, per queste attività economiche l’uscita dalla crisi è destinata ad allontanarsi.
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